The weight of salt

Tuzla, Bosnia and Herzegovina - 2014/2015

Located in the northeastern part of Bosnia and Herzegovina, Tuzla is the "city of salt" (‘tuz' is the Turkish word for salt) and has neolithic origin. Thanks to salt deposits can be considered one of the oldest European settlements.

During the communist period, Tuzla developed into a major industrial and cultural centre in former Yugoslavia.(SOLANA was the only salt industry on the area and covered part of the European salt market). During the Bosnian war, 1992-1995, was the only municipality not governed by nationalist authorities. And, while the rest of the country was divided between ethnic groups, nationalities and minorities, Tuzla stubbornly remained a multiethnic community.

Today the city of Tuzla is collapsing, day after day.

An old town center crushing under the eyes of the citizens. Cracks passing through houses, fractures cutting sidewalks. Where war could not operate, instead destruction is succeeding caused by a specify geological phenomenon: Subsidence. 
The collapsing phenomenon that affect Tuzla are the consequence of wild brine pumping activities carried out along the last 100 years.

The indiscriminate salt exploitation - started in 1906 and reached his maximum in the year 1982 with more than 2 million m3 pumped brine - has been carried out by means of 150 boreholes at an average depth of 400-500 m. and changing over time the hydrogeological conditions. This meant a serious soil sinking (in the central area of the city has reached 17 meters) and damage to buildings and urban infrastructure.

Here some number: 25 billion tons of salt are extracted during the mining; 12 million m3 of "deficiency" generated; about 2,000 are the buildings collapsed in the last sixty years; 15,000 the number of people who have lost their homes. The north-eastern part of Tuzla correspond to the area that have been mostly damaged by subsidence and often subjected to severe flooding in case of rainfalls. In this parts buildings have been completely destroyed and the traces of the original surface faults have been obliterated by the restoration activities. 
However another factor is complicating the situation of Tuzla. The stop of mining, which took place in 2007, has now generated a recovery and increase of the groundwater level. This means the risk of severe flooding of inner cities.

In 2005, the town of Tuzla, thanks to the collaboration with the University of Bologna (CIRSA, Italy) and the Province of Ravenna, installed one of the most cutting-edge equipment and technology in order to monitor this issue by identifying the main risk factors and quantifying their impact.

This project stopped in 2008.


(The images were taken in December 2014 and July 2015 in collaboration with Emanuela Laurenti)

A sincere appreciation to Jasenko Đorđević, Francesco Stecchi (University of Bologna), Jasmina Ovčina, Dina Begic, Hilmo Mujic, Edin Delic, Osman H. Avdic, Marida Paci, Rosy Santella.

Considerata uno dei più antichi insediamenti europei, Tuzla è una città situata nella parte nord-orientale della Bosnia-Erzegovina, nell’omonimo cantone popolato da circa 500.000 abitanti.
Le origini neolitiche hanno reso famoso questo insediamento per la presenza di enormi depositi di sale nel sottosuolo, e il nome stesso della città Tuzla viene dal turco “Tuz” che significa per l’appunto sale. Abitata ininterrottamente per oltre 6000 anni, durante il periodo comunista fu uno dei centri industriali e culturali più importanti dell’Ex Jugoslavia e durante la guerra in Bosnia (1992-1995), fu l'unico comune non governato dalle autorità nazionaliste: mentre il resto del paese si spaccava tra etnie, nazionalità e minoranze, Tuzla rimase tenacemente una comunità multietnica.

L’estrazione massiccia di sale, fin dall’epoca romana, si è arrestata solo nel 2007 ed’è stata realizzata in maniera indiscriminata attraverso stazioni di trivellamento che hanno modificato nel tempo le condizioni idrogeologiche del terreno portando ad un grave abbassamento del terreno (nell’area centrale della città ha raggiunto i 17 metri) e conseguenti danni a edifici e infrastrutture cittadine.
La subsidenza di quest’area è una delle più drammatiche al mondo, ed’è legata ad un sistema idrogeologico molto complesso della città e alla sua interazione con le attività antropiche come lo sfruttamento incontrollato nell’arco di un secolo degli estesi e poco profondi giacimenti di salgemma sopra i quali Tuzla è situata. Nel tempo, ha portato il centro storico a sgretolarsi mentre i cittadini cercavano un posto più sicuro dove vivere.
Ampie crepe attraversano case e le fratture tagliano in due marciapiedi e vie.

Nel corso degli ultimi 60 anni il governo locale ha sviluppato un sistema di monitoraggio del fenomeno, raccogliendo numerosi dati su misurazioni geodetiche, quantità di acqua salata pompata, piezometro, litostratigrafia, estensione del sale e parametri geotecnici.
Nello specifico, grazie alla collaborazione scientifica tra il Comune di Tuzla e la città di Rotterdam è stato creato un database contenente i dati di monitoraggio, utili all'indagine scientifica sostenuta finanziariamente da un progetto di cooperazione tra il Comune di Tuzla, l'Università di Bologna (CIRSA) e la Provincia di Ravenna che ha dotato Tuzla delle più moderne attrezzature per monitorare il fenomeno della subsidenza sul loro territorio.
Il monitoraggio è stato concluso nel 2008 per mancanza di fondi da un’amministrazione politica poco efficiente nel poter controllare e gestire un piano di monitoraggio e di rischio della città. Da allora il fenomeno della subsidenza abita nel silenzio di edifici fatiscenti e nella disperazione solitaria di famiglie il cui futuro è poggiato sul peso del sale.

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